Russamento? Attenzione! Potrebbe essere un disturbo respiratorio del sonno
Il sonno è una componente fondamentale della vita di ogni individuo, che svolge per il nostro corpo diverse funzioni. Esso permette infatti una sorta di “pulizia” dai metaboliti non utili all’organismo; favorisce la plasticità sinaptica, migliorando quindi la memoria e ha ruolo fondamentale nella regolazione dei sistemi cardiovascolare, metabolico, immunitario e infiammatorio. Per questi motivi un sonno che per diversi motivi non sia di buona qualità può alterare in maniera importante la qualità della vita e delle nostre funzioni diurne, quali l’attenzione, l’umore e le capacità cognitive.
Cosa sono i disturbi respiratori del sonno?
I disturbi respiratori del sonno, chiamati anche Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS), sono degli episodi ricorrenti di ostruzione parziale o totale delle vie aeree superiori che si hanno durante il sonno, determinando una riduzione del flusso aereo. Questi possono andare da un livello più lieve di russamento, fino a fenomeni più gravi in cui non si riesce a mantenere un’adeguata ventilazione (ipercapnia).
Solitamente i pazienti con questi disturbi effettuano un notevole sforzo neuromuscolare compensatorio per mantenere stabile il respiro e presentano un sonno frammentato con frequenti microrisvegli.
Quali sono le conseguenze dei disturbi respiratori del sonno?
I disturbi respiratori del sonno determinano un peggioramento della qualità della vita nello stato di veglia, con eccessiva sonnolenza o irritabilità, riduzione dello stato di attenzione e delle capacità cognitive e alterazioni dell’umore. Inoltre possono determinare a lungo termine importanti complicanze a livello del sistema cardiovascolare e cerebrovascolare, con una maggiore propensione all’ipertensione sistemica, allo scompenso cardiaco, maggiore insorgenza di aritmie, ictus e morte improvvisa. Per questo motivo non sono un problema da sottovalutare e devono essere riconosciuti e curati correttamente.
Anche i bambini possono soffrire dei disturbi respiratori del sonno?
I disturbi respiratori del sonno rappresentano una patologia diffusa anche nei pazienti più piccoli, che possono presentare sintomi tipici, quali respirazione orale, irritabilità, scarsa concentrazione a scuola e rallentamento della crescita. Essi presentano spesso anche altri sintomi che possono farci sospettare di questi disturbi, quali russamento, agitazione notturna e assunzione di una posizione anomala nel sonno, enuresi notturna e bruxismo. I bambini con questi disturbi presentano spesso della caratteristiche peculiari a livello dentale e dei tessuti molli del viso, per questo il dentista può essere tra i primi specialisti a individuare tali problematiche e richiedere approfondimenti diagnostici.
Qual è la terapia più adatta per questi disturbi?
I disturbi respiratori del sonno possono essere causati da diversi fattori, tra cui l’ipertrofia adenotonsillare, l’obesità e l’invecchiamento. La diagnosi di questi disturbi deve essere fatta da medici specialisti, tramite esami strumentali appositi (polisonnografia, poligrafia, pulsossimetria), ma il dentista può avere un ruolo fondamentale nell’osservare i primi segni e sintomi e indirizzare i piccoli pazienti verso esami più specifici: esistono infatti delle caratteristiche dentali e dei tessuti molli che possono far sospettare la presenza di questi disturbi, quali il palato stretto, profilo retruso con iposviluppo della mandibola, morso aperto, respirazione orale. L’approccio terapeutico deve essere multidisciplinare e si può avvalere di una terapia farmacologica, chirurgica, ortodontica e miofunzionale. Spesso questi approcci terapeutici non vanno distinti, ma devono essere associati tra loro. Ad esempio, un paziente che viene sottoposto a adenotonsillectomia, può richiedere anche un’espansione del palato e una rieducazione della postura linguale e mandibolare da parte del logopedista, per mantenere nel tempo i risultati ottenuti con l’intervento ed evitare recidive.
Il dentista può curare questi disturbi?
L’odontoiatra può essere d’aiuto nella risoluzione di questi disturbi con la realizzazione di apparecchi, chiamati Dispositivi di Avanzamento Mandibolare, che vengono realizzati sulle impronte dentali del paziente e quindi sono creati su misura per ogni diverso individuo. Essi vengono portati di notte e hanno la funzione di “portare avanti” la mandibola e con essa la lingua, permettendo un’espansione del velofaringe, soprattutto in senso trasversale, con una maggiore pervietà delle vie aeree superiori. Questi dispositivi non possono essere considerati da soli risolutivi per il problema, che deve essere affrontato in maniera multidisciplinare, ma permettono di migliorare notevolmente i sintomi, quali russamento, sonnolenza e capacità di attenzione diurna, determinando per il paziente un notevole miglioramento della qualità della vita.